Nuova tassa sul gioco d’azzardo: quali sono le prospettive del settore?

Nuova tassa sul gioco d’azzardo: quali sono le prospettive del settore?
Il nuovo emendamento alla Legge di Bilancio presentato dal Governo è una nuova stangata per il settore del gioco d'azzardo. Stando al documento, infatti, sarà prevista l'aumento della tassazione per le scommesse online e in agenzia, per le scommesse virtuali, per il poker a torneo, cash e per i casinò online. Solo le scommesse ippiche vedranno la diminuzione del servizio fiscale. Con questa nuova tassa da pagare il bando per le concessioni online rischia di perdere più di un partecipante dato che, agli alti costi per ottenere la licenza, si aggiunge anche questo fardello.
Cosa prevede l'emendamento
Il nuovo emendamento alla Legge di Bilancio porta l'imposta unica al 25,5% delle somme non restituite al giocatore per quel che riguarda i giochi di abilità a distanza con vincita in denaro, inclusi i giochi di carte in modalità torneo, i giochi di carte in modalità diversa dal torneo e i giochi di sorte a quota fissa. Tale percentuale verrà applicata, inoltre anche per il gioco del bingo a distanza.
Per le scommesse sportive a quota fissa la suddetta percentuale sarà pari al 20,5% se la raccolta avviene su rete fisica e al 24,5% per il canale online. Le stesse percentuali saranno applicate alle scommesse ippiche a quota fisica su rete fisica e a distanza. In questo caso, però, come detto vi è una diminuzione rispetto alla precedente tassazione che era del 33% per la rete fisica e del 47% per quella online.
Le scommesse a quota fissa su eventi simulati avranno invece l'imposta al 24,5% della raccolta.
La nuova tassa ha avuto l'avvallo del Ministro dello Sport Abodi e viene definita una «tassa di scopo», ovvero finalizzata esclusivamente ad ottenere le risorse necessarie per il miglioramento delle infrastrutture sportive. L’idea nasce dalla necessità di riqualificare impianti vetusti, adeguandoli agli standard moderni e migliorando l’esperienza per tifosi e atleti. Secondo le stime ufficiali, la tassa potrebbe generare 200 milioni di euro già nel 2024 e ulteriori 150 milioni di euro nel 2025, tuttavia vi sono diversi aspetti vhe non sono stati considerati.
Rischio illegalità
L'aumento dello 0,5% sul prelievo fiscale ha suscitato molte reazioni negative tra gli addetti ai lavori che giudicano quanto mai intempestiva la nuova norma. Già la gara delle concessioni con il costo di 7 milioni ha creato diverse perplessità, ma ora, con questa nuova misura potrebbe esserci un ulteriore fuggi-fuggi da parte dei concessionari. Inizialmente, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli aveva stimato in circa 50 le concessioni vendute che avrebbero dovuto portare ad un incasso totale per il Governo di 350 milioni di euro. Tuttavia, 50 concessioni non significa 50 operatori che acquisteranno le concessioni, visto che le aziende più grandi ne acquisteranno diverse (è previsto un massimo di 5 per operatore). La nuova tassa potrebbe portare ad un'ulteriore rinuncia da parte di qualche operatore, e dunque le 50 concessioni previste potrebbero essere molte di meno. Se ciò avvenisse, si rischierebbe un effetto domino che metterebbe in dubbio anche la nuova tassa a favore dei club di calcio.
Insomma: si tratterebbe di una serie di eventi negativi che a catena danneggerebbero diversi settori. Il tutto senza contare il possibile proliferare dell'illegalità, dato che non è da escludere che chi non avrà risorse per partecipare al bando continui ad operare senza licenza, con tutto ciò che questo comporterebbe.
Altro aspetto da considerare è quello dei possibili costi per i giocatori. Non va escluso infatti che, per rientrare dei costi di gestione, gli operatori decidano di ridurre bonus e promozioni o aumentare le quote, rendendo meno conveniente scommettere su piattaforme legali. Le difficoltà di questa nuova riforma potrebbero essere, dunque, maggiori dei benefici.