Gioco pubblico: dati positivi nonostante la mancanza di un regolamento nazionale

Negli ultimi dieci anni, il numero delle imprese nel settore dei giochi pubblici è aumentato in modo netto, passando da 6.600 a 9.711 unità. Ciò ha portato ad un aumento anche a livello occupazionale. Attualmente sono oltre 100.000 i lavoratori del settore, di cui il 20% impegnato nella filiera diretta e l'80% in quella indiretta. Tali numeri evidenziano la buona salute del comparto.
Settore del Gioco Pubblico in Italia: un tessuto di aziende medio-piccole
Gli ultimi dati ISTAT rivelano come la maggior parte delle aziende impegnate nel settore del gioco pubblico siano medio-piccole, ovvero con meno di 10 dipendenti. La maggioranza di queste si dedica principalmente alla distribuzione di prodotti di gioco. Attualmente vi sono solo 358 imprese che presentano un numero di dipendenti tra i 10 e i 50, mentre il numero di aziende più grandi è estremamente limitato. Per la precisione 37 aziende contano tra 50 e 249 dipendenti, mentre solo 10 superano i 250 dipendenti.
L'Italia rimane dunque una realtà per lo più a gestione familiare per quel che riguarda l'azzardo. Non deve stupire che le numerose riforme di cui è stato oggetto il settore negli ultimi anni abbiano prodotto una crisi di queste realtà. Attualmente il settore del gioco pubblico in Italia è unico nel suo genere, capace di combinare tradizione e innovazione ed è per questo che andrebbero preservate.
Il parere di Tarquini, direttore di Confindustria
Maurizio Tarquini, direttore di Confindustria, ha recentemente partecipato all'incontro organizzato da AGIC - Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione, per discutere dei temi fondamentali per il futuro del settore. In quell'occasione, Tarquini ha dato il suo parere sulla salute del gioco pubblico e sulle riforme da adottare per migliorarlo.
Il direttore di Confindustria ha anzitutto voluto sottolineare come proprio l'organizzazione che rappresenta abbia recentemente presentato il documento Costo Zero. Quest'ultimo presenta oltre 80 proposte di semplificazione normativa.
Secondo il suo parere l’imposizione fiscale deve essere vista come una leva per la crescita, non come uno strumento punitivo. Per questo motivo, Confindustria ha proposto un’IRES premiale per incentivare investimenti in beni aziendali e occupazione.
Tarquini ci ha tenuto a sottolineare come il gioco legale sia strettamente legato «a molte altre filiere, tra cui tecnologia e sport, contribuendo alla crescita economica e sociale del Paese».
L'intervento di Tarquini è servito a sottolineare come Confindustria «sia al fianco di AGIC per promuovere competitività e sostenibilità in un settore strategico».
Una annosa questione
L'intervento di Tarquini aiuta a comprendere bene il momento che vide il gioco pubblico. Una recente sentenza del Tar della Sicilia ha stabilito l’illegittimità dell’ordinanza sindacale varata nel febbraio 2024 dal Comune di Palermo, relativamente al controverso "Regolamento Movida" che ha imposto limitazioni agli orari di apertura delle sale bingo e di esercizio degli apparecchi da gioco.
Commentando la sentenza, Emmanuele Cangianelli, consigliere delegato Fipe Confcommercio per i giochi pubblici e presidente di Egp - Esercenti giochi pubblici - Fipe ha sottolineato come quest'ultima ribadisca «i regolamenti comunali devono trovare coerenza con il quadro concessorio nazionale».
Inoltre, per bocca di Cangianelli, Egp Fipe ribadisce come sia necessario un coordinamento tra le amministrazioni comunali, regionali e statali nella attuale fase di riordino legislativo della materia a livello nazionale.